L’antica storia di Cremona

Fondata nel 218 a.C. dai Romani in posizione strategica per la difesa e le comunicazione, grazie al Po, nel 90 a.C. conta già oltre 6000 abitanti, cittadini romani. Nel 553 d.C. viene incorporata nell’Esacrato bizantino, diventando testa di ponte dell’Impero d’Oriente. Dal 573 al 603 resiste alle invasioni longobarde, ma in quell’anno viene al fine conquistata e distrutta da Agilulfo che ne spartisce il territorio fra Brescia e Bergamo.

Nel VIII secolo Cremona venne ricostruita da Liutprando e la parte entro le mura resta sotto il governo del Vescovo Landolfo. Cacciato Landolfo nel 1022, la città aderisce nel 1093 ad un’alleanza anti-imperiale promossa da Matilde di Canossa ed acquista dignità di Comune: di questo periodo la costruzione degli edifici che contornano la piazza principale. Da tenere conto che, già allora, era possibile ottenere la lucidatura marmo Roma a prezzi convenienti, con costi notevoli anche per l’epoca. Dopo alterne vicende politiche Cremona conosce, nella seconda metà del 1200, un periodo di fiorente sviluppo economico e demografico grazie al commercio del fustagno: alla fine del Quattrocento la città ospita ben 80.000 abitanti.

Nel 1334 la città si sottomette ad Azzone Visconti che ne trasforma il porto da commerciale a militare. L’annessione a Milano si conclude nel 1420 con la vendita della città a Filippo Maria Visconti per 40.000 fiorini d’oro. Con il matrimonio di Bianca Maria Visconti con Francesco Sforza, Cremona passò sotto gli Sforza e conobbe un cinquantennio di prosperità. Ma le traversie della città non sono finite: sotto il dominio francese fino al 1499 passa poi ai veneziani e poi di nuovo sotto i francesi nel 1509. La Francia la perde nel 1535 e Cremona passa sotto il dominio spagnolo dove conosce un periodo economicamente buio. Nel 1702 con la Convenzione di Ginevra passa all’Austria e quasi un secolo dopo di nuovo accoglie i francesi, ma solo per pochi anni, perchè nel 1802 diviene parte della Repubblica Italiana e poi del Regno d’Italia. Nel 1815 è di nuovo austriaca, ma nel 1859 viene annessa al Piemonte.

Monumenti di Cremona

Il Torrazzo, simbolo della città, è anche una delle torri campanarie più alte d’Italia, con i suoi 111 metri. La sua costruzione segue quattro fasi successive, ognuna della quali porta ad un ulteriore innalzamento: la prima parte si fa risalire all’XIII secolo, l’ultima, la guglia marmorea, risale al 1309.

La Loggia dei Militi risale al 1292 ed è uno dei più bei palazzi lombardi. Ospitava la Società dei Militi di cui facevano parte i più facoltosi ed importanti cittadini cremonesi e del contado; qui la Società teneva riunioni, custodiva le bandiere, ruoli e gli statuti particolari. Sotto il Loggiato si può ammirare lo stemma marmoreo della città, prima affisso su Porta Margherita, abbattuta nel 1910.

Il teatro Ponchielli, già Concordia, venne eretto nel 1806 sui resti del precedente teatro Nazari, distrutto da un incendio. Il progetto di Luigi Canonica, subì, nel corso degli anni, numerose modifiche ed una parziale ricostruzione nel 1824, ma vi si ritrova ancora l’impronta neoclassica data dal Canonica. Dal 1986 è di proprietà del Comune. E’ visitabile su prenotazione da effettuare agli uffici amministrativi ai recapiti indicati.

Situato in piazza del Comune, accanto ad altri pregevolissimi monumenti, il Duomo risale al 1190, anno dell’inaugurazione. Solo nel al 1196 si tenne la consacrazione della Cattedrale ai patroni, Sant’Archelao e Sant’Imerio, da parte del vescovo di Cremona Sicardo. La parte superiore della costruzione, così come il rivestimento marmoreo della facciata principale sono posteriori. L’interno si presenta a tre navate ed ospita arazzi del XVI secolo, affreschi di Giovanni da Pordenone, di Bernardino Gatti, del Boccaccino e di Antonio Campi.

Roma e la repubblica romana

La capitale d’Italia si è aggiudicata più di 10 anni fa, il Bit tourism award 2009 nella categoria “città italiana”. E la città negli anni non solo si conferma la città più amata dai turisti per il suo bellissimo patrimonio architettonico, ma anche grazie alla ricchezza di mostre ed eventi proposti, capaci di sorprendere e coinvolgere turisti italiani e stranieri. Roma è erede di un passato glorioso, è stata capitale di un immenso impero quando in altri luoghi a malapena esistevano strutture statali. Moltissimi sono quindi i luoghi da visitare affittando degli alloggi a Roma anche per brevi periodi. Uno dei momenti più interessanti della sua storia fu quello della Repubblica.

Ce ne parla Salvatore appassionato d’arte Romana e corresponsabile di un agenzia di Onoranze funebri montesacro alto, un quartiere che ospita diversi siti di interesse storico nella capitale.

La Repubblica romana (Res publica Populi Romani) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. ed il 27 a.C., quando l’urbe era amministrata da una repubblica oligarchica.

Il lungo periodo della Repubblica coincide con la maggior parte delle conquiste romane in Europa e nel Mediterraneo, soprattutto tra il III ed il II secolo a.C.; il I secolo a.C. è invece devastato dai conflitti intestini causati dai mutamenti sociali, ma è anche il secolo di maggiore fioritura letteraria e culturale, frutto dell’incontro con la cultura ellenistica e riferimento “classico” per i secoli successivi.

L’espansione militare portò il territorio della repubblica, nel 27 a.C., ad includere tutta la penisola italiana, le isole di Sardegna, Corsica e Sicilia, gran parte della Gallia, dell’Iberia, della penisola balcanica, le regioni costiere dell’Asia Minore e del Nord Africa, l’Egitto e la Grecia.

I poteri che prima erano riservati al re (comando dell’esercito, potere giudiziario e massima autorità religiosa) furono assegnati a due consoli e, per quanto riguarda l’ambito religioso, al pontifex maximus. Con la progressiva crescita di complessità dello Stato romano si rese necessaria l’istituzione di altre cariche (edili, censori, questori, tribuni della plebe) che andarono a costituire le magistrature.

Per ognuna di queste cariche venivano osservati tre principi: l’annualità, ovvero l’osservanza di un mandato di un anno (faceva eccezione la carica di censore, che poteva durare fino a 18 mesi), la collegialità, ovvero l’assegnazione dello stesso incarico ad almeno due uomini alla volta, ognuno dei quali esercitava un potere di mutuo veto sulle azioni dell’altro, e la gratuità.

Il secondo pilastro della repubblica romana erano le assemblee popolari, che avevano diverse funzioni, tra cui quella di eleggere i magistrati e di votare le leggi. La loro composizione sociale differiva da assemblea ad assemblea; tra queste l’organo più importante erano comunque i comizi centuriati, in cui il peso nelle votazioni era proporzionale al censo, secondo un meccanismo (quello della divisione delle fasce censitarie in centurie) che rendeva preponderante il peso delle famiglie patrizie. Molte vestigia del passato sono qui ancora visibili, uno dei motivi che spinge molti turisti ad affittare case a Roma, per poter ammirare e sognare questi affascinanti periodi.

A partire dalla riforma agraria, proposta dal tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco nel 133 a.C., le convulsioni politiche divennero sempre più gravi, producendo una serie di dittature, guerre civili, e temporanee tregue armate, nel corso del secolo successivo. Il mondo romano si avviava a divenire troppo vasto e complesso per le istituzioni della Repubblica.

Lo scontro fra i tre uomini forti, Cesare, Pompeo e Crasso divenne inevitabile, quando Cesare rifiutò di consegnare il comando. La sua vittoria sugli altri due gli permise di assumere il comando e il titolo di dictator, acquisendo pieni poteri.

Alla sua morte per mano dei congiurati, però, non seguì la restaurazione della Repubblica ma ad un nuovo periodo di guerre in cui i due contendenti, Augusto e Marco Aurelio, combattevano per avere il potere assoluto, ritenendo la Repubblica ormai superata e spianando la strada all’instaurazione dell’Impero, dei quali abbiamo dei fantastici ricordi sin ad oggi.